Equilibri senza tempo
È il 2015 quando i coniugi Prestia acquistano nella campagna compresa tra Parma eReggio Emilia una tenuta storica ormai in uno stato di abbandono diffuso, 130 ettari adagiati su una zona collinare con un’altezza compresa tra i 300 e i 400 metri sopra il livello del mare. La proprietà, che conserva ancora il nome degli ultimi proprietari – Venturini Baldini– racchiude un potenziale altissimo che Julia coglie e intravede tra una serra e una vigna, una villa e un’antica acetaia. Ci sono voluti all’incirca 7 anni per vedere realizzato il progetto di Julia, la“padrona di casa” di Venturini Baldini, che ha scelto di vivere qui – lei è austriaca- insieme al marito e di realizzare in questo territorio un progetto di ospitalità di charme, che nasce da un attento recupero, misurato e rispettoso dell’identità di un’antica residenza e che oggi è diventata una destinazione privilegiata per un turismo colto e raffinato.
Il progetto di trasformazione è stato fatto a quattro mani, le linee guida le ha tracciate Julia avvalendosi però della preziosa collaborazione di Elisabetta Fulcheri, architetto dello studio DCEF, che ha saputo valorizzare un complesso di edifici con connotazioni architettoniche diverse ma ben definite -attraverso un progetto di ristrutturazione caratterizzato da una visione innovativa di ogni singola parte, dove in ogni spazio si fondono comfort, estetica, funzionalità, elevate prestazioni, ecosostenibilità e risparmio energetico. Insieme, con pazienza e buongusto, hanno dato vita a un progetto di ospitalità ampio, ricercato e legato a doppio filo al territorio, che comprende il resort di 11stanze Roncolo1888 e Villa Manodori– la casa padronale inaugurata lo scorso giugno– che ospita 6 suite, oltre a un’acetaia secolare e a un ristorante che occupa gli spazi dell’antica limonaia.
L’antica dimora
Villa Manodori è stato l’ultimo tassello in ordine di tempo, quello che ha chiuso il cerchio di un iter di restauro davvero complesso, che ha impegnato varie maestranze e che si è anche svolto durante una difficile pandemia. L’edificio originale è del ‘500 e in questa dimora si sono alternati i fasti delle nobili famiglie della zona: dai marchesi Fontanellai, i conti Galliani e Ancini fino a diventare nell’800 la residenza dei Marchesi Manodori. “La villa ha un’identità storica molto forte ed è sempre stato il punto focale di tutto il progetto di riqualificazione, l’ultimo edificio su cui siamo intervenuti e che naturalmente necessitava di un occhio di riguardo, considerando gli elementi decorativi interni che la caratterizzano”.
Elisabetta Fulcheri racconta la misura e la complessità del suo intervento. “Siamo partiti conciliando fin dall’inizio in numerosi interventi strutturali necessari con le decorazioni e gli affreschi presenti. Abbiamo rifatto tutti i solai, oltre alle fondazioni e al rinforzo dei muri portanti. Effettuare soprattutto la prima lavorazione sul solaio ligneo decorato al piano primo senza rovinare i disegni è stato abbastanza complicato”. La richiesta della committenza è stata chiara fin da subito: una nuova distribuzione interna per ottenere 6 nuove suite e un progetto di interior design che si armonizzasse con il contesto. “Abbiamo studiato un concept che unisse arredi di design, lampade iconiche e di elementi realizzati su disegno, nella continua ricerca di armonia tra elementi storici e scelte contemporanee. Il risultato è un ambiente caratterizzato da un’eleganza senza tempo”. Il restauro ha riportato alla luce i colori che caratterizzavano originariamente i soffitti lignei del primo piano, che sono diventati parte integrante delle scelte progettuali, successivamente un accurato studio della palette cromatica è stato il punto di partenza nella definizione di colori e materiali. “Abbiamo individuato due palette di colori, una più calda e una più fredda, che abbiamo declinato nelle 6 stanze. Se buona parte dei materiali e tessuti sono di colore naturale, per alcuni elementi decorativi e di arredo, come cuscini, sedie, comodini, abbiamo scelto colori e tessuti che richiamano le palette. Così come nei salotti delle suite, abbiamo realizzato delle zoccolature decorative dei due colori principali, blu pavone e rosso mattone”. Il secondo piano è stato quello che ha subito le modifiche più sostanziali a livello planimetrico. Il punto di partenza? Un sottotetto inutilizzato. Gli interventi strutturali hanno permesso così di alzare quanto più possibile i soffitti lignei rendendo gli ambienti più vivibili. “Lo spazio centrale, non presentando caratteristiche di pregio architettonico, è stato utilizzato per creare gli ingressi delle stanze, rendendo la superficie delle camere superior maggiore. A livello decorativo non erano presenti elementi di pregio come al piano sottostante, abbiamo quindi scelto di focalizzare ilc olore nei soffitti, riprendendo le nuances delle palette e creando così un soffitto decorato ‘moderno’ che dialogasse con quelli originali del primo piano”. I pavimenti delle suite sono in legno di rovere naturale posato a spina di pesce, materiale già presente al piano nobile dell’edificio, mentre per il salone centrale e parte del piano terra si è optato per il seminato veneziano, creato ad hoc campionando i colori dai decori del salone e gli affreschi presenti all’ingresso al piano terra. La ricerca storica sull’edificio ha riportato alla luce anche il colore originale delle facciate, un rosso mattone intenso, mentre al piano terra, che ospita un salotto lounge, una sala da pranzo e una cucina attrezzata e perfettamente funzionante (per chi volesse affittare interamente la villa e vivere un’esperienza di assoluta privacy) sono state recuperate le tavelle in cotto che grazie a pulizie e trattamenti approfonditi sono state riportate al colore originale. La scelta di arredi e finiture è stata per Julia Prestia un lavoro di grande passione e ricerca. “Ogni pezzo è stato scelto con il cuore per esaltare la storicità della struttura e al tempo stesso valorizzare lo spirito contemporaneo che si è voluto regalare alle suite ricavate da questo spazio ricco di tradizioni e suggestioni”.
Un tavolo per 12
Per Villa Manodori Julia ha deciso l’arredo in autonomia, con il supporto dell’architetto Elisabetta Fulcheri, in base al suo gusto, eclettico e trasversale. La sua idea era creare un ambiente caldo e accogliente come può esserlo una casa vera. “Abbiamo utilizzato pezzi di recupero e vintage mixati ad arredi contemporanei, riedizioni d’autore dei principali brand di design italiani, ma anche pezzi di artigianato made in Italy come il grande tavolo firmato Mobart Ben. ”Un tavolo importante, di grandi dimensioni– 280 x135cm– pensato per ospitare 10- 12 commensali, posizionato al centro della bella sala da pranzo a piano terra e adagiato su un meraviglioso pavimento incotto originale. L’azienda bellunese, che progetta e produce arredi in legno su misura e su progetto, ha soddisfatto una richiesta precisa: avere un tavolo dalle linee semplici ma che allo stesso tempo avesse un aspetto rustico e vissuto. Si è optato dunque per un tavolo in legno antico, realizzato utilizzando una essenza piuttosto chiara, che esprimesse al meglio l’idea di naturale e artigianale e che allo stesso tempo invitasse alla convivialità.
Un territorio di eccellenze
L’intera tenuta si sviluppa intorno a Villa Manodori e ai suoi giardini, fulcro del grande progetto di ospitalità di Julia e il maritoGiuseppe, che si esprime al massimo attraverso le due strutture ricettive ma che passa anche attraverso la valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti.“In questi sette anni abbiamo fatto un grande lavoro di promozione del lambrusco, lanciato il marchio Acetaia di Canossa per valorizzare la produzione del nostro aceto balsamico tradizionale di Reggio Emilia DOP, e lanciato l’olio extra-vergine di oliva da ulivi centenari all’interno della nostra proprietà. Vino e aceto balsamico rappresentano delle eccellenze del territorio che Julia ha voluto recuperare e integrare nell’offerta esperienziale del resort che può definirsi un Wine & Balsamic Relais. “I nostri principali obiettivi sono quelli di far sentire i nostri ospiti a casa e di garantire loro un soggiorno confortevole e piacevole, un’esperienza unica, facendo conoscere la nostra cantina e anche le eccellenze del nostro territorio”, spiega Julia Prestia.
Venturini Baldini produce anche vini virtuosi, ospita un’acetaia storica e vanta una mini produzione di olio extravergine d’oliva proveniente da ulivi autoctoni storici. A giugno a aperto anche il ristorante Il Tagliere è in Limonaia, uno spazio luminoso recuperato dalla storica serra con annessa una terrazza con vista sulle colline matildiche, che propone una cucina emiliana moderna, legata al territorio e affidata a Chef Mario Comitale, noto per la sua creatività e capacità di innovare i piatti della tradizione, senza snaturarli. “ L’apertura del nostro ristorante interno è per noi una tappa obbligata. Desideriamo potere offrire ai nostri ospiti un’esperienza totale che permetta loro di godere appieno la nostra struttura, un’oasi di pace in quella che noi chiamiamo la Wine Valley, a brevissima distanza da Parma e da Modena”, spiega Julia Prestia. In Tenuta Venturini Baldini non manca nulla, ogni elemento presente è stato collocato con arte e misura, frutto della determinazione di Julia e della sua lungimiranza. Nel progetto è evidente quanto ci abbia creduto fortemente e come ogni azione nasca dall’intento di voler regalare agli ospiti un’esperienza che coinvolga tutti i sensi.
L’aceto di Matilde
All’interno di Venturini Baldini è possibile visitare un’acetaia del ‘ 7l00, tra le più antiche della provincia di ReggioEmilia, l’Acetaia di Canossa. Nonostante lo scorrere del tempo l’acetaia conserva ancora integra la struttura originale, compresele 400 botticelle gelosamente custodite in un solaio che alterna le alte temperature estive al rigore dell’inverno – un’alternanza perfetta per ottenere un ottimo aceto balsamico – in un mix di legni diversi, ginepro, rovere, gelso, castagno, ciliegio. L’aceto balsamico prodotto e conservato qui è straordinario, una linea di aceti che va dalle proposte più tradizionali a i condimenti gourmet più innovativi come le perle di aceto ,un caviale agrodolce per guarnire i piatti o il Goccia Rosé a base di mosto d’uva Ancellotta così originale da ricevere anche un riconoscimento internazionale, il Superior Taste Award di Bruxelles.
articolo di SABRINA PIACENZA
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