La nuova vita del corridoio in questo appartamento milanese degli anni Cinquanta
Come arredare un corridoio lungo e stretto? A Milano il giovane studio di architettura e design DC | EF ha dato vita a un appartamento luminoso e dal design contemporaneo che ruota tutto (o quasi) attorno a uno dei principali ambienti della casa: il corridoio.
La nuova vita del corridoio. Da buio e angusto spazio di servizio ad ambiente dinamico, il corridoio torna a fare bella mostra di sé non solo negli stabili d’epoca, ma anche e soprattutto negli ambienti più moderni e contemporanei. Inizialmente considerato come un vero e proprio spreco di metri quadri – molte volte messo anche in secondo piano – rivive oggi una seconda vita sotto forma di zona di passaggio, una sorta di percorso sicuro alle diverse stanze della casa. Non a caso, la sua funzione primaria è sempre stata quella di “accompagnare” ai vari ambienti domestici, quali zona giorno, camera da letto, cucina e bagno. Chi ha fatto di questo elemento il suo spazio chiave è lo studio di architettura e design DC | EF – nato dall’unione di due giovani progettisti: Davide Conconi ed Elisabetta Fulcheri – che ha dato vita a un appartamento di 250 metri quadri nel cuore di Milano in cui, l’idea di corridoio come luogo buio e angusto, ha lasciato spazio a un ambiente dinamico e moderno che fa di questo elemento il suo punto di forza. Complici forse i vincoli strutturali, il progetto dello studio meneghino ha rivoluzionato così il layout originario di questa dimora tipica degli anni Cinquanta, senza però andare a modificare in alcun modo il corridoio. Il risultato? Un lungo ambiente funzionale, nonché bellissima zona di passaggio.
Se è quindi vero che la modernità ci ha spinto a preferire spazi aperti come open space e loft, è vero anche che le nuove esigenze del vivere contemporaneo hanno riportato alla luce il ruolo dei confini (soprattutto in tempi pandemici). Non a caso, per questo appartamento meneghino, «i vincoli strutturali e impiantistici sono stati la matrice del lungo corridoio di distribuzione centrale, divenuto tema nevralgico del progetto», commentano i due architetti dello studio di progettazione. Una sorta di distribuzione centrale polivalente che evolve sino a trasformarsi «in elemento di contenimento per quanto riguarda la sala da pranzo», aggiunge l’architetto Elisabetta Fulcheri. Lineare, pulito e minimale, il lungo corridoio si spinge sino alla camera padronale. Uno spazio intimo e privato in cui si accede dalla cabina armadio passante. Qui, a fare bella mostra di sé, è un arredo realizzato interamente su misura in essenza di legno noce americano, che diventa protagonista di tutta la casa, «alternando gli spazi contenitivi agli accessi alle stanze da letto, segnati da portali laccati». Il mobile prosegue poi senza soluzione di continuità anche nella zona giorno diventando scenografia del grande tavolo da pranzo in marmo Calacatta Monet – un famoso marmo italiano che proviene dalle Alpi Apuane – realizzato su progetto.
A rendere vivo e accogliente l’appartamento di 250 metri quadri ci sono anche loro, i complementi d’arredo che hanno segnato la storia del design Made in Italy (e non solo). Tra questi – solo per citarne alcuni – nella zona giorno a catturare subito l’attenzione degli amanti del bello e del ben fatto è la celebre sedia CH24, il primo modello che il designer danese Hans J. Wegner ha progettato in esclusiva per Carl Hansen & Søn nel 1949. Una sedia da pranzo in legno con la caratteristica forma posteriore dello schienale che, dal 1950 a oggi, non ha mai interrotto la sua produzione. Per la sezione illuminazione a fare bella mostra di sé è la lampada a sospensione dalla forma circolare Da Ma di David Chipperfield e Mario Nanni per Viabizzuno. Una collezione di luci che ha dato vita alle prime creazioni con incise le iniziale dei nomi dei rispettivi architetti. E poi, l’iconica lampada da tavolo Atollo in metallo verniciato bianco di Vico Magistretti per Oluce degli anni Settanta. Spostandoci invece nella zona dedicata allo studio, l’iconica seduta da ufficio ergonomica Thatsit disegnata negli anni Novanta da Peter Opsvik e prodotta da Varier domina l’ambiente. A fare da corniche al meglio dell’arredamento degli ultimi anni sono invece gli elementi custom realizzati direttamente dal giovane studio DC | EF, che ne ha seguito tutti i lavori.
articolo di LUDOVICA STEVAN
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