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Questo appartamento ispirato allo stile scandinavo gioca con i volumi e i colori (chiari, naturalmente)

Dai complementi d’arredo dalle linee pulite e minimali passando per la palette di colori chiari e luminosi: lo studio di architettura DC | EF ha dato vita a un ambiente contemporaneo in cui il design pulito ed essenziale dello stile nordico fa bella mostra di sé.

Stile scandinavo: questo appartamento si anima attraverso un gioco di volumi e palette luminose

Come arredare casa in stile scandinavo? Con il legno e tanto bianco (non solo alle pareti). Diventato popolare a partire dai primi anni 2000 come escamotage per liberarsi del superfluo e dall’eccentricità anni Ottanta e Novanta, lo stile scandinavo o, stile nordico, è oggi uno dei più amati e apprezzati per arredare casa. Una tendenza che punta tutto su un design pulito e minimale fatto di linee semplici ed essenziali, che pone l’obiettivo sull’importanza delle forme, delle caratteristiche naturali dei materiali e della loro funzionalità. La scelta delle palette cromatiche si anima con toni chiari capaci di riflettere anche i più piccoli spiragli di luce che entrano dalle finestre. Tra i colori prediletti di questo stile c’è infatti il bianco che, attraverso un gioco di luci e ombre, porta in scena un’atmosfera quasi sospesa. Proprio come questo appartamento di 125 metri quadri – una dépendance di una villa immersa nel verde di un parco secolare nella zona di Varese – che vede la nascita di nuovi spazi giocati attraverso volumi differenti in cui, la magia dello stile scandinavo prende vita. Artefice del progetto è il giovane studio meneghino DC | EF – fondato dai due architetti Davide Conconi ed Elisabetta Fulcheri – che, mediante un lungo lavoro di ristrutturazione, porta in scena un ambiente minimale che sperimenta le interazioni fra il candore dei colori neutri e il potere della luce naturale.

Tutte le sfumature del bianco si fanno protagoniste di questo interior design dal tocco minimal

Una volta superata la porta d’ingresso, a fare bella mostra di sé è un ambiente pulito e minimale, in cui il cosiddetto “colore acromatico” – in tutte le sue sfumature (o quasi) – diventa il vero fil rouge di tutto il progetto. Bianco candido, avorio, écru e panna… E poi ancora, bianco ottico, ghiaccio e latte. Così come in un film di Stanley Kubrick – in cui il regista statunitense utilizza questo colore in concomitanza con la luce (naturale e non) per esaltarne le caratteristiche – così lo studio di architettura e design meneghino ha dato vita a un appartamento contemporaneo che sembra essere quasi sospeso nel tempo. Ad arricchire con tocchi cromatici – anche seppur sempre delicati – sono i complementi custom in ferro e gli arredi in stile minimal, che sono un ode al più nobile dei materiali: il legno. Legno che accompagna tutto il progetto attraverso un parquet che si fa protagonista dei diversi ambienti della casa. L’idea è nata da una semplice richiesta del committente. «Lui, un grande appassionato di cucina, sin da subito ha dichiarato l’esigenza di avere un ampio spazio dove poter dare vita alle sue creazioni culinarie», commenta l’architetto cofondatore dello studio, Davide Conconi. E così, partendo proprio da questa prima richiesta, i due progettisti hanno realizzato un ambiente cucina pulito e lineare in cui, «tutto prende vita dal piano d’appoggio». Una lastra bianca, indistruttibile e ovviamente anti macchia, che fa del buon cibo il vero protagonista. Ma non solo. «Questa idea di bianco candido all over, si manifesta anche per creare un contrasto cromatico intenso con il paesaggio circostante», aggiunge Conconi. Infatti, la dépendance è situata all’interno di un grande parco secolare in cui, il verde e i colori della natura fanno bella mostra di sé.

L’intervento di restyling si snoda attorno un sapiente gioco di volumi e altezze differenti enfatizzate da un tetto a falda

«In origine la casa si presentava soppalcata», commenta l’architetto Davide Conconi, «il primo passo è stato quindi quello di demolire l’area del soppalco per donare all’ambiente più spazio e un senso di ariosità». Oggi, infatti, a fare bella mostra di sé è un open space luminoso – composto da zona living e cucina – che fonde abilmente lo spazio interno con quello esterno, grazie alle ampie vetrate che danno vita a un dialogo con la natura circostante. «Unico vincolo», spiega l’architetto di DC | EF studio, «è stato il pilastro centrale che abbiamo trasformato in mobile tv». A completare il piano terra sono poi la stanza dedicata agli ospiti, un bagno di servizio e la cabina armadio. Sempre con lo stesso intento di creare continuità tra i vari ambienti, nella zona dell’ingresso una parete di mattoni a vista – già presente in origine all’interno della struttura della dépendance – riprende i canoni estetici dell’architettura in cui è inserita, ovvero una villa tipica degli anni Novanta in cui, proprio i mattoni, erano protagonisti. Infine, uno spazio di passaggio – arricchito da una scala – conduce al piano superiore dove si trova la camera padronale con il bagno en-suite e una seconda dressing room. «Anche per questo piano il progetto gioca su volumi dalle differenti altezze, enfatizzate dal tetto a falda».

articolo di  LUDOVICA STEVAN

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